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28.07.2022

Idrogeno e Pnrr

Il piano di transizione ecologica e decarbonizzazione dell'Italia

Tra le tematiche di maggiore rilevanza prese in considerazione nel Pnrr c'è di sicuro quella sull’'idrogeno e tutta la filiera che ne deriva.  All'interno dell'ambito del piano di transizione ecologica e decarbonizzazione, l'Italia ha fissato tra i suoi obiettivi lo sviluppo delle energie innovative per andare a ridurre l'emissione dei gas inquinanti in linea con le richieste del Green Deal – il piano europeo che mira ad azzerare le emissioni di CO2 e raggiungere così la neutralità climatica entro il 2050.  
 
Non solo, considerata la crisi energetica e la carenza sempre maggiore di combustibili fossili, diventa logico investire sullo sviluppo di nuove fonti di energia per il futuro. In quest'ottica l'idrogeno rientra perfettamente tra i combustibili su cui investire, anche considerando il margine di crescita rispetto ad altre forme di approvvigionamento.  Questo obiettivo è il fulcro della missione «Promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno» (M2C2.3) del Pnrr, che prevede cinque tipologie di investimenti diversi:  
  


  • Produzione in aree industriali dismesse; 


  • Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate; 


  • Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale; 


  • Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario; 


  • Ricerca e sviluppo sull’idrogeno. 



 
Si aggiungeranno poi due riforme strutturali dedicate alla semplificazione amministrativa e normativa alla diffusione dell’idrogeno e a promuovere la competitività dell’idrogeno. 
 
Il programma di investimento 
 
160 milioni di euro è la cifra stanziata per il settore e questi fondi serviranno ad ampliare la conoscenza tecnologica legata alla produzione, stoccaggio, distribuzione e utilizzo dell'idrogeno. L'idea è quella di sviluppare una vera e propria filiera che, attraverso la sperimentazione di tecnologie che possano ridurne i costi e aumentarne la competitività a livello industriale, uniti a servizi di ricerca e sviluppo per l'impiego di questa fonte di energia su larga scala, renda l’idrogeno il combustile del futuro.  
 
Dato l'obiettivo, il riscontro attuativo è stato immediato con la pubblicazione già lo scorso anno del decreto del ministero della Transizione ecologica del 23 dicembre 2021, n. 545. che contempla due linee di investimento:  
 


  • 110 milioni di euro destinati alla ricerca sui temi dell'idrogeno, attraverso un accordo di programma con ENEA, Rse Spa e il Cnr come primo intervento. Il Piano Operativo di Ricerca (POR) sviluppato prevede una ripartizione delle risorse in: produzione dell'idrogeno verde (40 milioni); tecnologie di stoccaggio, trasporto e trasformazione (30 milioni); celle combustibili (30 milioni) e infine 10 milioni per sistemi di gestione integrata per il miglioramento delle infrastrutture.Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento ENEA di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e responsabile per l’Agenzia del POR sottolinea come “Si tratta di un risultato di assoluto rilievo che ha richiesto la messa a sistema di competenze e di esperienze multi-interdisciplinari, laboratori e infrastrutture, con l’obiettivo di massimizzare le ricadute delle attività di ricerca previste, per favorirne il trasferimento tecnologico alle filiere industriali e manifatturiere.”   



 


  • La seconda linea di investimento passa attraverso bandi di gara dedicati alle imprese: una cifra di 20 milioni di euro per enti di ricerca, università e soggetti privati per ricerca industriale e sperimentazione nell'ambito dell'idrogeno. Immediata è stata la risposta del mercato con gli operatori del settore che hanno inviato domande per la partecipazione alle attività per un importo totale superiore ai fondi stessi messi a disposizione. Dal sito del Mite, infatti, si riporta «I dati testimoniano il forte interesse a sviluppare la ricerca sull’idrogeno verde, strategico per la decarbonizzazione e fondamentale nel mutato contesto geopolitico per contribuire a raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia e accelerare la transizione ecologica, obiettivi prioritari ribaditi dalla Commissione Europea con il piano REPowerEU». 



 
Una nuova era 
L'inizio di una nuova era dell'idrogeno, con la sfida della transizione ecologica e della decarbonizzazione portata avanti da istituzioni e mercato. Un’era che ha un data d’inizio ben precisa, quella dell’8 giugno 2022 quando sono stati firmati i protocolli di intesa con le regioni Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Basilicata e Puglia per l’avvio delle “Hydrogen Valley”- progetti di interesse sul territorio delle Regioni e delle Province Autonome con rilevanza strategica.  
 
Nell’accordo sottoscritto le regioni si impegnano all'attuazione dell’investimento «Produzione in aree industriali dismesse», cioè la riqualificazione di aree industriali la cui economia si basi sull'uso dell'idrogeno, promuovendone la produzione in loco, l'utilizzo e il trasporto. "Il progetto delle regioni Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia punta a realizzare siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Contribuisce a stimolare la crescita, a creare occupazione. Ci avvicina ai nostri obiettivi energetici e climatici, che il Governo è determinato a mantenere e anzi a perseguire con sempre maggiore convinzione" sono le parole del ex presidente del consiglio Mario Draghi. 
 
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