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28.06.2022

L’evoluzione dell'approccio alla progettazione

L’uso della Federazione e controllo con modelli 3D

Nella preparazione di un progetto spesso si dedica troppo poco tempo al coordinamento delle opere e dei vari sistemi presenti al proprio interno. La fretta di completare i progetti e la pressione nel rispettare le consegne porta spesso alla trasmissione di elaborati di fatto “non costruibili” o, nella peggiore delle ipotesi, con problemi che si manifestano in cantiere nella fase di installazione. 
Oltre ad affrontare le penali per i ritardi, il progettista sarà costretto a verificare nuovamente i progetti e procedere ad una nuova emissione della documentazione costruttiva, con un dispendio in termini di risorse e tempo. Senza trascurare inoltre l’insoddisfazione generata nel cliente che difficilmente farà ancora affidamento sulla stessa società e riporterà un feedback negativo sul mercato.  
Da diversi anni STI engineering promuove per tutti i suoi progetti un’attività di monitoraggio, coordinamento e supervisione costante sull’avanzamento delle modellazioni. Le attività coinvolgono l’intero team impegnato, sviluppando così una visione del progetto a 360°, riducendo al minimo il rischio di ri-modellazione e migliorando la performance dell’intero team e della commessa. 
 
Il Metodo e gli Strumenti 
Come spesso accade, pur avendo a disposizione sempre nuovi strumenti per aggiornare l’approccio alla progettazione, chi è oramai abituato a lavorare in un determinato modo vede con diffidenza l’applicazione di nuovi metodi, immaginando che l’inserimento di novità possa mettere a rischio un sistema affinato negli anni che ormai è diventato abitudine. 
Una delle tante sfide portate avanti da STI engineering è quella di sviluppare una sinergia tra l’apporto della grande esperienza dei nostri progettisti e l’utilizzo dei nuovi strumenti messi a disposizione dall’evoluzione tecnologica, promuovendo una simbiosi tra passato e futuro attraverso l’utilizzo di modelli che aprono la strada ad un nuovo metodo di supervisione: 
 


  • La Federazione dei Modelli e Naviswork
    All’interno di un progetto sono spesso presenti due o più discipline diverse, che operano con team diversi e modellano con software diversi. L’impossibilità quindi di modellare all’interno di un unico ambiente porta a ipotizzare soluzioni e percorsi che non possono essere verificati in tempo reale.
    La federazione dei modelli, ovvero l’esportazione e l’unione in un unico file Naviswork di tutti i modelli delle varie discipline, consente di osservare quasi in diretta la globalità del lavoro eseguito da tutti i componenti del team di progettazione, vedere l’andamento del lavoro quotidiano (o settimanale) dei colleghi e di individuare subito eventuali criticità da risolvere, prima che i modelli passino alla fase di dettaglio.Il visualizzatore Navis consente di poter condurre delle sessioni di analisi o di navigare il modello federato in modo semplice e veloce, visualizzando tutte le opere e sistemi presenti e/o futuri, con la possibilità di lanciare delle clash detection mirate per individuare in automatico le interferenze con altri sistemi o opere presenti nel modello e consentendone l’immediata correzione.
    La versatilità del visualizzatore consente all’operatore di registrare note, inserire commenti, disegnare schizzi, modificare le viste e le colorazioni dei sistemi per meglio visualizzare gli elementi oggetto di analisi. Permette inoltre di interrogare ogni singolo oggetto presente all’interno del modello onde verificarne l’esatta modellazione, ad esempio diametro dei tubi, spessore degli isolamenti, numero di linea, etc.
     

  • Le BIM Review e Fuzor
    L’utilizzo quotidiano delle BIM review ha lo scopo di analizzare assieme ai modellatori le criticità e le anomalie presenti nei modelli, oltre ad individuare e concordare le soluzioni più appropriate per risolverle.
    In queste occasioni il BIM coordinator, grazie agli strumenti a disposizione, può navigare il modello e visualizzare direttamente (o anche da remoto) con i progettisti/modellatori le problematiche da affrontare.Le BIM review possono essere effettuate sia con l’ausilio del modello federato di Navisworks sia sul modello virtuale di Fuzor, estraendo delle immagini (viewpoint) dal modello federato, dove poter aggiungere i commenti e le eventuali note grafiche di modifica.
    Grazie all’utilizzo di Fuzor e un visore 3D il modellatore può immergersi nel modello virtuale muovendosi al suo interno e visualizzando un ambiente molto realistico, dove anche l’aspetto prospettico e dimensionale degli oggetti consentono una migliore valutazione degli ingombri e degli spazi necessari per le installazioni e le manutenzioni.A differenza di un modello visualizzato in Naviswork, dove gli operatori si trovano comunque davanti ad uno monitor bidimensionale, con il visore la terza dimensione diventa visibile e apprezzabile, dando modo di valutare aspetti prima inosservabili.
    Con Fuzor infatti si riescono ad individuare molte situazioni critiche che con gli altri strumenti spesso rimangono celate. Le sessioni di BIM review svolte con Fuzor sono identiche a quelle con Naviswork, con la sola particolarità che gli spettatori vedranno una visualizzazione più realistica. In ogni caso anche con questo strumento sarà possibile interrogare gli elementi presenti e scattare delle immagini per una successiva reportistica.
     



 
Multidisciplinarità e Space-Management 
Spesso gli addetti alla modellazione, limitati dall’utilizzo di software specifici e da file nativi pesanti, hanno una visione mono-disciplinare e ristretta che porta alla produzione di modelli non coordinati con le altre discipline; che costringe ad una continua attività di aggiustamento e ri-modellazione delle interferenze fra gli stessi.  
È comprovato che, se i diversi attori in gioco conoscono in via generale le esigenze e le peculiarità delle diverse discipline, si riuscirà in modo lungimirante ad evitare molte interferenze con i modelli dei colleghi. Una modellazione ideale prevede quindi che l’operatore abbia sott’occhio, in tempo reale, ogni modellazione presente così da poter evitare fin dalla prima fase le altre discipline, o con esse coordinarsi preventivamente.  
Per questo motivo STI engineering si impegna a promuovere un approccio al progetto con una visione diversa, anche grazie ad investimenti su software e tecnologie non comuni in tutte le aziende, che tenga in considerazione anche ciò che ancora non si vede e ciò che non compete al singolo individuo progettare. 
Non aver previsto degli adeguati spazi e percorsi per il Move-In Move-Out delle apparecchiature o delle tratte distributive, non aver considerato una logica di priorità, delle sequenze di installazione, o adeguati spazi per implementazioni future, così come non aver predisposto adeguati accessi per la manutenzione delle apparecchiature, sono solo alcuni degli infiniti esempi che indicano attività di progettazione errate e non coordinate. 
 
Questo tipo di attività può essere coordinata solo da figure con comprovata esperienza di installazione e conduzione, o progettisti che abbiano dato il proprio apporto a tali fini.  Per questo le sessioni dedicate all’analisi di questi aspetti diventano un perfetto modo di condividere fra varie figure e trasmettere alle nuove leve, un know-out importante che altrimenti difficilmente potrebbero apprendere. 
In STI engineering siamo da sempre convinti che, inserendo le diverse figure in un circolo virtuoso con l’obbiettivo di sviluppare l’attitudine a una completa visione progettuale, esse possano evolvere e acquisire un approccio al progetto complessivo con una visione allargata e prospettica. 
 
Thanks to: Andrea Sivilotti e Daniele Pittoritti. 
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