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11.10.2022

Next step: Metaverso?

É tempo di "experience" : tutti vogliono “sentire” e “fare esperienza diretta” anche e soprattutto digitalmente.

Per i profani il Metaverso è forse un concetto futurista e fantascientifico, che vorrebbe rappresentare un’evoluzione di internet come unico mondo virtuale universale e immersivo, facilitato dall’uso di dispostivisi per la realtà virtuale e immersiva ripresi dal mondo del gaming: un universo digitale basato su informazioni e dati, accessibile da varie piattaforme con una semplice connessione internet ed un device per la VR.
 
La realtà è che è tempo di experience: tutti vogliono sentire e fare esperienza diretta anche e soprattutto digitalmente; dunque, i tempi per l’evoluzione del mondo “connesso” sarebbero maturi. Su questo principio si basa la scelta fatta soprattutto dai brand del lusso, che sembra abbiano fiutato il potenziale di un mercato che arriverà a valere 5 trilioni di dollari entro il 2030. Grandi brand come Bmw, Nike, Tiffany, Dolce&Gabbana e Tommy Hilfiger, tra gli altri, hanno già lanciato le proprie vetrine virtuali, consacrando definitivamente il Metaverso come luogo d’affari reale e intercettando quella vasta platea di giovani (e meno giovani) pronti a migrare dai social, entro i prossimi 5 anni, verso i mondi di pixel. Grazie al boom delle criptovalute si è registrata una corsa ad accaparrarsi i migliori oggetti digitali disponibili e c’è chi si attende che i futuri sviluppi del Metaverso spingano verso l’alto le quotazioni e arricchiscano ulteriormente le tasche di chi ha saputo leggere in anticipo il business.
Ma cosa fanno i brand nel Metaverso? Al momento la maggior parte di essi ha come obbiettivo obiettivo il selling virtuale o la promozione del proprio marchio per allargare la customer base, o il lancio di nuovi prodotti tramite campagne e spot. Ciò non esclude però che il Metaverso possa ospitare attività più tecniche.
 

Il Metaverso Industriale


Per gli addetti ai lavori del mondo dell’ingegneria, del Facility Management, del digitale e dell’Operation, il Metaverso rappresenta probabilmente la naturale evoluzione del Digital Twin e di tutte le attività collegate allo Space Management e alla Digital Construction, ovvero la possibilità di utilizzare uno spazio virtuale da remoto e in collaborazione per studiare, analizzare e progettare spazi, edifici ed impianti e, ancor di più, verificarne usabilità ed effettuarne la manutenzione durante l’intero ciclo di vita.
 
Il Metaverso effettivamente si sta spostando sempre più dal mondo del gaming e dell’intrattenimento, a quello della formazione e infine dell’industria, dove si sta concretizzando come una realtà che accomuna i Digital Twin e aggiunge funzionalità proprie dell’essere all’interno di un contesto virtuale: la collaborazione, la sensazione di presenza di altri, la possibilità di poter richiamare dati storici, in tempo reale e di ingegneria, che possono essere rivisti all’interno di un contesto allargato e interattivo.
Lo sviluppo, l’utilizzo e l’affinamento di queste tecnologie ha sicuramente vissuto un’accelerata a causa del Covid: durante le fasi più complicate della pandemia infatti il Digital Twin si è rivelato fondamentale per garantire l’operatività degli impianti industriali, soprattutto quelli più critici, non solo per effettuare la manutenzione ordinaria e tutte le attività collegate al Facility Management, ma soprattutto per introdurre il concetto di manutenzione predittiva e per formare i tecnici ad operare sugli stabilimenti da remoto.
Di conseguenza, sia gli utenti finali che le principali software house e società collegate al mondo dell’ingegneria e dell’Operation hanno maturato grande esperienza nel settore, e stanno sviluppando tecnologie e prodotti in grado di rendere il Metaverso una sorta di piattaforma virtuale, in tutto e per tutto identica alla controparte reale, in cui un operatore può muoversi all’interno della fabbrica virtuale, gemella della versione reale, poiché alimentate dalla stessa base di dati.
 

Il Metaverso come Digital Twin immersivo


Possiamo facilmente considerare il Metaverso come un Digital Twin immersivo navigabile, che riproduce la realtà basandosi sui dati di progettazione e sulle informazioni raccolte tramite IoT e sensori vari, rappresentando di fatto il vero salto di qualità nell’esperienza utente.
Non è una banalità, poiché rispetto alla riproduzione del modello su uno schermo 2D, l’immersione permette un’esperienza realistica ed efficace. Pensiamo per esempio all’individuazione di una via di fuga o di un’uscita di sicurezza in un caso critico: la navigazione in un modello 3D rappresenta sicuramente una dinamica più efficace ed adatta all’esperienza sensoriale umana, migliorando precisione, affidabilità e facilità di comprensione anche in momenti critici dal punto di vista della sicurezza.
Indipendentemente dai dispositivi VR adottati, che potranno fornire esperienze immersive leggermente diverse, introdurre il concetto di un Digital Twin immersivo significa ripensare l’esperienza utente e introdurre infinite possibilità di customizzazione in base alle variabili e ai dati forniti. L’esperienza è inoltre interattiva, sia con l’ambiente d’immersione, sia tra tutti gli utenti partecipanti simultaneamente in remoto, anche con dispostivi diversi (elmetti VR, tablet o PC).
 

Cybersecurity


La fabbrica virtuale, connessa e gestibile in VR rappresenta sicuramente il futuro prossimo più affascinante nel mondo di Ingegneria e Operation, ma è necessario considerare un fattore importante: la sicurezza, che non a caso è uno dei temi che non possono essere trascurati nello sviluppo di queste tecnologie, nel settore industriale come in qualsiasi altro.
Poiché esistono diverse piattaforme per il Metaverso, la questione riguarda l’allineamento delle piattaforme allo stesso standard di sicurezza, mettendo a fattor comune i protocolli adottati dalle principali infrastrutture cloud ad oggi e facendo sì che tutti li adottino. Sicuramente ci vorrà un po’ di tempo.
 

Diffusione e criticità del Metaverso


Di fatto, questa nuova realtà è nella sua prima fase di sviluppo e ci vorrà qualche tempo perché venga affinata e resa realmente fruibile. I temi da considerare sono molteplici: in primis attualmente è più corretto parlare di “Metaversi” poiché le piattaforme d’accesso sono molteplici e si attende ancora un’infrastruttura capace di farle dialogare tra loro, oltre al già citato fattore di cybersecurity.
Ci sono anche alcuni aspetti tecnici: i visori attualmente sul mercato hanno caratteristiche di qualità, performance, compatibilità e costo molto varie, da cui dipende la fascia di accesso e di conseguenza la diffusione o meno della piattaforma. Tra l’altro le varie software house stanno un po’ tutte implementando diversi livelli di funzionalità della piattaforma: da funzionalità di base (minimum viable functionality) già disponibili, a pacchetti più evoluti che richiederanno ancora qualche anno.
Tra le problematiche di partenza, ma già in fase di risoluzione c’è da segnalare anche la cosiddetta motion sickness, la sensazione di nausea che alcuni sperimentano indossando dispositivi per la realtà immersiva: questa reazione è dovuta al fatto che visivamente si ha la sensazione di muoversi ma dagli altri sensi il cervello non riceve lo stesso stimolo, per cui subisce una sorta di corto-circuito. Questa problematica è già stata risolta da alcuni gruppi come per esempio Meta (Società del gruppo Facebook), permettendo all’utente di scegliere se muoversi anche fisicamente nello spazio reale oppure semplicemente spostare il proprio avatar da un punto all’altro del Metaverso. Naturalmente, tramite i device la piattaforma è in grado di adattarsi agli input di movimento che riceve dall’utente.
In ogni caso si stima che il Metaverso industriale sarà accessibile fra un paio d’anni per un primo gruppo di utenti, per poi estendersi anche ad una platea più vasta. C’è ancora molta strada da fare dal punto di vista dell’innovazione e ottimizzazione del sistema che si occupa di visualizzare il mondo tridimensionale, il cosiddetto 3D Engine, che attualmente nella maggior parte dei casi è basato sui sistemi adottati nel campo del gaming ma che si sta ampliando alle possibilità di sviluppo derivanti dai prodotti Cad implementati nella realtà virtuale ed aumentata.
 
 
La realtà metaverso sembra comunque inevitabile come fisiologica evoluzione dell’attuale mondo online. Dopo l’annuncio di Facebook (che attualmente controlla il mondo social di Facebook, Whatsapp, Instagram e gli Oculos) dell’avvio del progetto Meta, di cui si sa ancora poco, anche Microsoft ha confermato che dal 2022 integrerà il Metaverso nella piattaforma Teams con una funzionalità chiamata Mash.
Agli annunci delle big tech ne sono seguiti diversi altri, tra cui la creazione del Metaverse Standards Forum, un luogo nel quale le principali organizzazioni attive in questo campo collaboreranno “per la standardizzazione pragmatica e tempestiva volta alla creazione di un Metaverso aperto e inclusivo”. Ne faranno parte Meta, Adobe, Microsoft, Huawei, Nvidia, Epic Games, World Wide Web Consortium (W3C), Qualcomm, Sony Interactive Entertainment e una trentina di altre realtà tra aziende e organizzazioni di diverso tipo. All’appello manca al momento Apple.
 
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