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07.03.2023

Approccio Olistico Alla Digital Transformation


La Digital Transformation è il processo di cambiamento organizzativo, economico, sociale, creativo abilitato dall'adozione e dallo sviluppo delle tecnologie digitali. Non c’è impresa, Pubblica Amministrazione o singolo cittadino che non ne sia stato toccato: la digitalizzazione è un processo di trasformazione che sta cambiando le nostre abitudini, il nostro modo di fare business, il nostro posto di lavoro e più in generale le nostre vite.
Ma qual è lo stato dell’arte? Secondo un rapporto dell’indice DESI aggiornato (Digital Economy and Society Index), stilato ogni anno dall’Unione Europea, l’Italia occupa ancora la parte bassa della classifica del ranking sia per Capitale umano che per la Connettività. Il nostro Paese, quindi, si trova ancora ben lontano da tutti quei Paesi simili per caratteristiche dimensionali e socioeconomiche, quali Francia, Spagna e Germania.
Una digitalizzazione mediante un modello olistico dovrebbe servire appunto a questo: ad abbinare la flessibilità con la crescita dimensionale che di per sè richiede di essere più strutturati.


Digitalizzare attraverso una Roadmap condivisa: i cinque livelli di digitalizzazione
Per poter recuperare competitività in modo sostenibile nel tempo è necessario definire una Roadmap strategica, in quanto molte fasi dovranno essere automatizzate, i processi saranno più trasparenti e ciò permetterà una maggiore delega nella gestione operativa; inoltre, si avranno a disposizione molti più dati e per prendere le decisioni sia strategiche che operative occorrerà una maggiore integrazione con le altre funzioni aziendali coinvolte.
La digitalizzazione dovrà lavorare su cinque fronti:

  1. Processi produttivi(shopfloor) e del loro monitoraggio (Mes);

  2. Processi di gestione aziendale(Erp, Crm) e del supporto alle decisioni (Dss, Applied Analytics, AI & ML);

  3. Il change management, ovvero l’adeguamento delle competenze (reskilling /hiring) e del modo di lavorare delle risorse coinvolte nei nuovi processi digitalizzati;

  4.  L’integrazione dei processi e dei rapporti di filiera attraverso la condivisione dei piani e delle informazioni;

  5. L’evoluzione dei prodotti/servizi e il loro arricchimento funzionale.


Se uno solo di questi fronti non viene indirizzato, il ritorno degli investimenti in questo ambito può essere messo a rischio.
Il primo livello di digitalizzazione rappresenta l’ossatura su cui fondare la cultura della qualità del dato, che al tempo stesso dovrà essere sempre più “protetto”, visto che la diffusione della tecnologia e l’interconnessione aumentano sempre di più il rischio di cyber attacchi. In un secondo livello di digitalizzazione delle aziende manifatturiere, sarà invece centrale implementare soluzioni di Manufacturing Execution System (Mes), e cioè il software che monitora le risorse produttive e controlla lo stato di avanzamento degli ordini di produzione attraverso un collegamento diretto con le linee produttive. Il terzo livello di digitalizzazione è quello “soft”, legato al cambiamento culturale. Pertanto, le aziende devono farsi carico di formare (reskilling) sulle nuove tecnologie le risorse che già sono presenti in azienda. Il quarto livello di digitalizzazione è quello dell’ecosistema, in quanto anche le relazioni con clienti e fornitori vanno digitalizzate. Tutti gli attori di un unico ecosistema devono procedere alla stessa velocità di aggiornamento tecnologico. In questo ecosistema però, c’è un attore che potrebbe giocare un ruolo importante, focalizzando gli investimenti su asset strategici per la competitività delle aziende: lo Stato. D’altra parte, nessun Paese dispone di risorse infinite per sostenere tutte le filiere. Pertanto, occorre fare delle scelte strategiche su quali settori e quali infrastrutture investire. Il quinto livello di digitalizzazione è quello inerente al prodotto.  Oggi bisogna capire che per essere competitivi non basta avere un buon prodotto, ma bisogna saperlo distribuire, commercializzare, fornire supporto post-vendita, in modo efficiente ed efficace.


I settori più interessanti della Digital Transformation
La Trasformazione Digitale ha toccato, come già avvenuto nel 2021 e nel periodo post-pandemico, il mondo dell’HR e dello Smart Working, due segmenti che sono diventati ancora più strategici proprio grazie alle difficoltà del primo lockdown. L’introduzione e le proroghe del lavoro da remoto hanno consentito a Pubbliche Amministrazioni e imprese di andare avanti nei mesi bui della chiusura totale.
Un altro reparto che ha dovuto attuare un forte adattamento è la sanità, così come tutto il comparto della Pubblica Amministrazione. Il processo, già in atto prima dello scoppio della pandemia, si è evoluto ulteriormente, portando a un nuovo livello quella che è l’Agenda Digitale. Questo progetto è nato con l’intenzione di favorire il processo di transizione e Trasformazione Digitale in ambito pubblico, ma anche per investire sempre di più in nuove tecnologie.
In generale, con i suoi processi di digitalizzazione, la Trasformazione Digitale tocca settori sempre più ampi e diversi tra loro: dalla Finanza Digitale  al Retail e alla Logistica, dove grazie a tecnologie che vanno dalla Realtà Aumentata all’Internet of Things, dai Big Data al Cloud Computing, si sta stanno disegnando evoluzioni settoriali importanti. Un settore fortemente toccato da una trasformazione digitale forte è quello dell’Automotive: le tecnologie introdotte negli ultimi anni determinano un forte impatto nella crescita e nell’evoluzione di questo settore che rende le automobili non solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio ambiente interconnesso e sempre più smart.
Data questa premessa, dunque, non ci resta che guardare avanti, cercando di cogliere tutte le opportunità che questa trasformazione ci pone davanti.
 
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